lunedì 28 agosto 2017

The Blair Witch Project

The Blair Witch Project (1999)


Ottobre 1994. Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams, tre studenti dell'Università di Cinema di Montgomery, si avventurano nei boschi attorno alla cittadina di Burkittsville (in passato chiamata Blair), nel Maryland, per girare un documentario sulla leggenda della strega di Blair. Armati di telecamera sedici millimetri in bianco e nero, destinata al racconto della storia, e di una piccola videocamera otto millimetri a colori, per le riprese di una sorta di backstage, i tre si mettono al lavoro, spinti dall'entusiasmo della ragazza, decisa a girare il suo primo film. Il soggetto è succulento: Elly Kedward, accusata di stregoneria, viene cacciata dalla città di Blair alla fine del 1700. Dopo la sua fuga nei boschi, molti ragazzini scompaiono in quelle stesse foreste e, negli anni '40, un serial killer uccide sette bambini e sostiene di averlo fatto su ordine del fantasma della strega. Dopo aver intervistato alcuni abitanti della cittadina, i tre aspiranti filmmakers si spingono nel bosco alla ricerca della chiave del mistero. Ma ben presto si perdono, pedinati da un'oscura e terrificante presenza.
Prima ancora che il film inizi, siamo avvisati della scomparsa nei boschi dei tre ragazzi protagonisti. Un caso rimasto insoluto. Le uniche tracce lasciate dai tre sono contenute nel materiale audiovisivo da loro girato. Il film che segue è il frutto di un semplice montaggio in ordine cronologico di questo materiale ritrovato: il diario di viaggio di tre giovani, prima eccitati, poi sempre più spaventati. La tensione sale progressivamente, sino al climax finale. Ma il film sta tutto qui: nello stato emotivo ansiogeno dei protagonisti persi nel bosco, accentuato solo da qualche sinistro rumore in fuori campo. Se lo spettatore sta al gioco e si lascia coinvolgere, l'angoscia assale anche lui. Altrimenti l'involontario effetto del ridicolo è dietro ogni angolo e sequenza, in questo film che non è un film, dato che non c'è un'azione o un intreccio, né un copione apparente. E tutto sembra lasciato all'improvvisazione dei tre attori esordienti, abbastanza credibili con la loro interpretazione più che naturalistica, eccezion fatta per la capogruppo Heather Donahue, un po' troppo forzata.
I due registi, Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, anche loro esordienti, pensano bene di scomparire e, con l'espediente del falso documentario e della conseguente artigianalità delle riprese, con fotografia sporca e macchina a mano, confezionano un prodotto privo di stile e senza alcun interesse cinematografico, neppure per i cultori del genere horror, con cui questo film ha poco a che fare. Neppure è nuova la trovata del mockumentary (che presenta eventi fittizi come se fossero reali) applicato all'horror, dato che ci aveva già pensato nel 1979 con Cannibal Holocaust l'italiano Ruggero Deodato, che aveva persino preso in considerazione l'ipotesi di una denuncia per plagio.
Il colpo di genio, quello che fa parlare del mistero della strega di Blair a più di un decennio dalla sua uscita in sala, sta nell'operazione di marketing congegnata per il lancio di un film low budget e straindipendente. Un evento mediatico partito dalla rete, con il lancio di un sito internet che racconta nei dettagli il caso dei tre ragazzi scomparsi, presentandolo come un fatto spaventosamente reale. Il passaparola generato online e il successivo battage pubblicitario hanno fatto il resto, portando un film costato 60 mila dollari a incassarne 240 milioni nel mondo. Un fenomeno simile, però, può riuscire soltanto una volta. Non a caso, l'interesse intorno alla saga della strega di Blair si è esaurito già alla seconda puntata (BW2 - Il libro segreto delle streghe). Della terza, solo progettata, non è rimasta neppure l'ombra e dei due furbi e corteggiati registi non si è più sentito parlare

Fantasmi

Fantasmi (1979)

 

Phantams, se adottiamo il suo titolo originale, è uno dei franchise horror più longevi del cinema tanto che l'ultimo nato della serie, Phantasm: Ravager, è uscito nelle sale statunitensi nel 2016, a quasi quarant'anni di distanza dal primo capitolo. Protagonisti assoluti di Fantasmi sono il Tall Man (il mitologico Angus Scrimm) e le sue terribili sfere metalliche che dispensano morte dei modi più fantasiosi.
I ragazzini protagonisti del film affrontano il micidiale Tall Man in una sorta di precursore sanguinario dei Goonies: da vedere anche e soprattutto per la performance di Angus Scrimm.

Creepshow

Creepshow (1982)

 La storia è quella di una micidiale raccolta a fumetti, Creepshow per l'appunto, che prende vita trasformando in realtà le cinque storie che racconta. Insetti assassini, una misteriosa cassa, la vendetta per un tradimento e chi più ne ha più ne metta.

Annabelle 2:Creation

Annabelle 2:Creation (2017)

Samuel Mullins è un abile costruttore di bambole e vive in letizia con la moglie Esther e la figlioletta Bee. Ha appena finito di creare un nuovo modello di bambola quando, di ritorno dalla Messa, Bee è vittima di un tragico incidente stradale. Dodici anni dopo, i Mullins aprono la loro grande casa a suor Charlotte e a un gruppo di giovani ragazze e bambine orfane, in modo da dare loro un posto dove vivere in comunità. Tra le bambine, Janice, cui la polio ha lasciato delle difficoltà nel camminare, e la sua inseparabile amica Linda: hanno giurato che staranno sempre insieme e si faranno adottare dalla stessa famiglia in modo da diventare sorelle. Samuel Mullins è cooperativo, ma taciturno e provato dai dolori dell'esistenza, mentre sua moglie vive confinata in una stanza, impossibilitata a muoversi e con una maschera che le copre una parte del viso. Il signor Mullins spiega che c'è una stanza - quella di Bee - nella quale nessuno deve entrare.
Ma, attirata da misteriosi bigliettini, una notte Janice trova la porta della stanza non chiusa a chiave e ci entra. Dentro, una meravigliosa casa di bambole e poi, chiusa in un armadio, una strana bambola, quella che noi conosciamo come Annabelle. Quando lo viene a sapere, suor Charlotte ordina a Janice di non trasgredire mai più alle regole di quella casa perché potrebbe mettere in pericolo l'avvenire suo e delle compagne. Janice promette, ma le cose vanno diversamente. La bambola conserva un terribile segreto che i Mullins conoscono, pur sperando che rimanesse nascosto e sepolto nel passato. E i guai cominciano in serie.

IT

 IT (2017)

Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King, IT si incentra sulla prima parte del racconto, ambientata negli anni 80. Il palloncino rosso che galleggia a mezz'aria è il biglietto da visita di una misteriosa entità demoniaca che tormenta i ragazzini di Derry, attirandoli in una trappola mortale senza vie di scampo. Nell'immaginaria cittadina del Maine dove la gente scompare senza motivo, l'ennesima vittima è un bambino di sette anni di nome George, risucchiato in un tombino durante un temporale. Un gruppo di ragazzini perseguitati dai bulli per diverse ragioni, si riunisce sotto la denominazione di Club dei Perdenti per indagare sul mistero della morte di George e degli altri ragazzi scomparsi. Leader dei Perdenti è il giovane Bill Denbrough (Jaeden Lieberher), fratello maggiore dell'ultima vittima, attanagliato dai sensi di colpa per non aver impedito il brutale assassinio. Al suo fianco, bersagli naturali dei prepotenti per indole, aspetto o condizioni economiche, ci sono il grassoccio Ben (Jeremy Ray Taylor), l'impulsivo Richie (Finn Wolfhard), il pragamatico Stan (Wyatt Oleff), l'appassionato di storia Mike (Chosen Jacobs), l'ipocondriaco Eddie (Jack Dylan Grazer) e l'unica ragazza della banda Beverly (Sophia Lillis). Quando la ricerca li conduce a un clown sadico e maligno chiamato Pennywise (Bill Skarsgård), ciascuno dei coraggiosi componenti del neonato Club si rende conto di averlo già incontrato prima.

lunedì 21 agosto 2017

L'esorcista

 L'esorcista (1973)


A Washington, la dodicenne Regan McNeil inizia ad assumere comportamenti sempre più violenti, finché non diviene chiaro che il suo corpo è posseduto da un demone. Sua madre, dopo aver infruttuosamente tentato la strada della medicina, chiede ad un prete esperto in psichiatria di fare qualcosa.

Profondo Rosso

 Profondo Rosso (1975)


Marcus, un pianista inglese, diventa il testimone oculare dell'omicidio di una parapsicologa, Helga Ulman, che ad un congresso aveva previsto che sarebbe stata uccisa e che il suo assassino era tra il pubblico. E' l'inizio di una lunga serie di omicidi.

Shining

Shining (1980)


Lo scrittore Jack Torrance accetta, assieme alla moglie Wendy ed al figlioletto Danny, di fare da custode invernale ad un hotel deserto, l'Overlook Hotel, dove anni prima un suo predecessore era impazzito ed aveva sterminato la famiglia. L'hotel è attraversato ed abitato da strane presenze ed in esso le leggi spazio temporali sembrano sovvertite. L'isolamento, sommato al fallimento letterario muta il comportamento di Jack che inizia a dare segni di squilibrio.

domenica 13 agosto 2017

Leprechaun

Leprechaun (1993)
Il film si basa sulla figura del "leprechaun" (a volte reso in italiano con leprecauno, leprecano, lepricauno o lepricano) che è la leggenda di una sorta di gnomo o folletto tipico del folklore e della mitologia irlandese. Nell'iconografia classica vengono rappresentati come uomini anziani, dediti alle burle e agli scherzi. Si dice che non possano scappare se li si guarda fissi, ma se ci si distrae svaniscono immediatamente. Sono spesso dipinti come creature innocue e schive, che vivono in solitudine in località sperdute.

Lemon Tree Passage

Lemon Tree Passage (2013)

 Il film racconta della leggenda del fantasma della località di "lemon tree passage" in Australia. Se cercate "lemon tree passage ghost" su youtube, vedrete alcuni presunti video del fantasma, girati da alcuni ragazzi. In sostanza, è sufficiente recarsi presso questa località in auto, e sfrecciare ad alta velocità, per vedere, dagli specchietti retrovisori, una luce che segue la vostra auto. La luce non è altro che un fantasma. Chiaramente, non scommetterei una lira bucata sulla veridicità delle immagini e sull'autenticità del fantasma. Ma è pur sempre una recentissima leggenda metropolitana che si è diffusa in rete e sulla quale è stato fatto un film. Siamo quì per questo no?

The Strangers

The Strangers (2008)
 Anche in questo film gli assassini mascherati non hanno un nome. Si tratta di un horror "home invasion", in cui una coppia chiusa in una casa di periferia viene minacciata da tre ignoti mascherati. Anche le maschere, come si può vedere dalla foto, non hanno una particolare caratterizzazione. Tuttavia, il film è piacevole e tiene alta la tensione.

The Den

The Den (2013)

 In questo caso abbiamo un assassino psicopatico mascherato senza nome. Il film racconta della giovane Elizabeth, una ragazza che studia le abitudini di coloro che usano le videochat per la sua tesi di laurea, che sarà testimone, dal chiuso del suo appartamento, di un brutale omicidio online. Si ritroverà così al centro di incubo in cui un misterioso assassino mascherato le darà la caccia.

Torment

Torment (2013)
 Una sorta di Home invasion in cui un gruppo di giovani assassini mascherati prende di mira una famiglia nella propria casa. Le maschere degli assalitori rassomigliano ad un maiale, ad un topolino e ad un coniglio.

Preservation

Preservation (2014)


 Altro film horror con degli inquietanti personaggi mascherati dalle oscure intenzioni. Tre familiari decidono di addentrarsi nelle profondità del bosco per una battuta di caccia che dovrebbe permetter loro di distrarsi un po' dai problemi domestici. Improvvisamente, al loro risveglio, tutte le loro cose sono scomparse. Sarà l'inizio di un incubo per tutti. Degli strani personaggi mascherati si aggirano nel bosco.

Dark Ride

Dark Ride (2006)


Due ragazzine gemelle vengono brutalmente uccise all'interno di una "Dark Ride", una casa degli orrori. Adesso, dopo oltre dieci anni di manicomio criminale, Jonah, il killer, è riuscito in qualche modo a fuggire. Cinque amici, senza sapere dei precedenti del posto, si ritrovano in quel luogo e decidono di passarci la notte. Inutile dire che i giovani e lo psicopatico Killer faranno conoscenza proprio all'interno del parco dei divertimenti abbandonato.

Il tunnel dell'orrore

Il tunnel dell'orrore (1980)

 Classico horror degli anni 80' girato in un posto fantastico: il tunnel dell'orrore di un Luna Park. Meraviglioso. Il parco dei divertimenti è ricostruito alla perfezione, come erano quelli di una volta, con musichette, zucchero filato, giochi illuminati e manicchini inquietanti. Quattro amici che decidono di passare una serata in un parco di divertimenti. Dopo aver girovagato tra i vari stand vengono attirati dal tunnel dell'orrore dove, incautamente, decidono di passare la notte. Divengono così testimoni involontari di un omicidio. Per loro sarà l'inizio di un incubo dentro l'enorme struttura.

Quella casa nel bosco

Quella casa nel bosco (2012)


Eccoci con il primo film ambientato nel bosco, con la più classica delle trame, per lo meno all'inizio del film, o per la sua prima metà. Dopo, vi assicuro, prenderà una piega inaspettata. In sostanza, come nei più classici dei film horror, appunto, un gruppo composto da cinque compagni di college va in gita in campagna, in una casetta isolata, per un week-end di divertimento e spensieratezza. Ma la notte si avvicina....

Annabelle

Annabelle (2014) 

 La storia di una famiglia e di una bambola che il marito regala alla moglie per la sua collezione. Inutile dire che la bambola si rivelerà qualcosa di più di un semplice pezzo di stoffa. Inizialmente la famiglia viene attaccata in casa da una setta satanica. Successivamente spetta al marito investigare per capire la natura degli strani eventi e la connessione che la grande bambola ha con gli stessi.

The Possession of Michael King

The Possession of Michael King (2014) 

Il protagonista crede fortemente che le storie sui fantasmi e sul sovranaturale siano tutte fasulle e allora decide di verificare personalmente cosa ci sia di vero filmando le sue esperienze personali. Decide di contattare dei famosi medium che appartengono al sotterraneo mondo dello spiritismo e di partecipare ad alcune sedute spiritiche per verificare se funzionino davvero. Si spingerà oltre ogni limite nel tentativo di verificare la veridicità di alcuni racconti sperimentando in proma persona alcuni pericolosi eventi paranormali.

sabato 12 agosto 2017

La Casa

La casa (1981)

Un weekend in uno chalet di montagna, la strada di casa lontana ed irraggiungibile, cinque ragazzi che trovano un nastro magnetico in cantina e ascoltandolo liberano uno spirito maligno che li ucciderà tutti (o no?). Un’autentica immersione low low budget nel ventre puro dell’horror che inaugura il decennio dello splatter e del gore. Raimi si afferma regista dall’inventiva e dalla tecnica sopraffina (la celebre shakycam che spadroneggia il set e chiude il film con una sequenza memorabile), per un racconto di pura paura, inframezzato da humor caustico, alberi animati da istinti sessuali bellicosi, bulbi oculari imbiancati che faranno scuola. Non un successo immediato in Usa (in Italia arrivò tre anni dopo), ma lenta ascesa nel tempo tra critica e pubblico, fino a diventare cult per antonomasia. Dopo La Casa o si ride classicamente ad ogni scena per esorcizzare la fifa blu o non si torna indietro e si comincia a scavare nella storia dell’horror.

Zombi


 Dawn of the dead – Zombi (1978)

 E’ il famoso film sugli zombie nel supermercato. Visione apocalittica del maestro Romero che aveva deliziato il pubblico già dieci anni prima con La notte dei morti viventi inventandosi il sottogenere degli zombie. Qui il racconto di Romero è meno allegorico, ma più denso, doloroso e magniloquente. I due poliziotti e la coppia di giornalisti in fuga dalle città assediate dagli zombie trovano rifugio nel sottotetto di un “mall” delle lontane periferie della costa est, ma il loro isolamento è scoperto da una banda di bikers e a quel punto gli zombie torneranno a camminare lenti e voraci divorando l’umanità. Gli zombie dall’incedere lento e dalla faccia grigio verdeggiante, vestiti nei modi più semplici e disparati della gente comune, sono entrati nell’immaginario collettivo dell’horror. Il film non lascia narrativamente un attimo di tregua, svisceramenti in dettaglio (poi censurati), ma anche una dolente maestria nel riprendere silenzi, sguardi, nell’illustrare l’istinto di sopravvivenza dell’uomo. Un milione e poco più di budget e 60 milioni di incassi nel mondo.

Rosemary's Baby

 Rosemary’s Baby (1968)

 Polanski è il regista più sinuosamente orrorifico delle nouvelle vague anni sessanta europee poi diventate cinema art house da festival. Ogni suo film possiede un’anima nera, nascosta, un doppelgangerpubblico/privato da spavento, anche quando parla di Olocausto. E Rosemary’s baby ne è l’apice drammaturgico. La griglia narrativa si chiude stringendosi come una morsa addosso a Rosemary, giovane casalinga che lentamente deperisce dopo essersi trovata incinta (forse) dal marito Guy. In realtà è come finita dentro ad un gorgo/trappola in cui il demonio l’ha impalmata, grazie all’aiuto di due vecchietti vicini di casa, per dare alla luce l’anticristo. Dall’interno giorno/notte dell’edificio residenziale Dakota di New York non si riesce ad uscire mai. Un anno dopo Sharon Tate, la moglie di Polanski, venne uccisa dal satanista Charles Manson.

The descent

 The descent (2005) 


Il miglior horror degli anni duemila arriva dalle viscere della terra dove si riuniscono per un weekend un gruppo di amiche speleologhe, alcune semi-professioniste, altre molto amatoriali. Solo che le ragazze, già tra loro con qualche perturbante dissenso e gelosia, là sotto, nel buio profondo, con i cunicoli che si stringono sempre più attorno ai fianchi, e le rocce che cadono a chiudere vie d’uscita, non sono sole. L’uso del fuori vista, innestato sul contrasto tra luce e buio, è summa completa e terrificante per un film clamorosamente horror dal primo all’ultimo istante. Accontentati tutti i fan del genere: da quelli degli sbudellamenti, a quelli della trama a tutti i costi. Marshall plasma un horror oltremodo avventuroso che ha come perno le performance fisiche delle protagoniste aggiornate ai moderni tempi attoriali.

Un lupo mannaro americano a Londra


 Un lupo mannaro americano a Londra (1982)

 Zaino in spalla e piumino addosso, David e Jack si trovano in gita tra la nebbia e la brughiera delle campagne del Nord dell’Inghilterra. Non proprio benvoluti dai sinistri frequentatori dell’unico pub (L’Agnello Macellato) nel giro di chilometri, i due si rimettono in marcia in piena notte fino a quando non percepiscono sempre più vicino l’ululato di quello che non sembra essere un semplice cagnetto da cortile. Landis si diverte come un bambino a rievocare i lupi mannari dei classici horror hollywoodiani anni trenta e cinquanta, seguendo da un lato la narrazione del ragazzo sopravvissuto che finisce per essere “curato” a casa di una bella infermiera londinese, sia il terrificante cotè effettistico che accompagna la trasformazione in “mostro” del ragazzo prima di andare a “caccia” di notte tra le strade di Londra. Tre le sequenze memorabili: l’incredibile trasformazione del corpo di David in lupo per cui Rick Baker vinse un Oscar, l’inseguimento di una vittima very british nell’underground londinese, e quella fracassona e catastrofica in mezzo alla vera Piccadilly Circus in sottofinale. Un horror comunque romantico con una storia d’amore estremamente fisica con un finale tragico e strappalacrime